Ritorna,dopo tempo immemore,l'anticonformista.
Oggi parliamo di console e videogiochi.
Ci si può divertire con un Commodore 64 in tempi di Playstation 3?
C'è chi come me può giurare di sì.Perchè un videogioco sia coinvolgente non conta tanto -o meglio non conta solamente- la parte grafica,quanto piuttosto la trama e l'interazione tra il giocatore e la macchina.
Mi è capitato qualche giorno fa di ritirare fuori dallo scatolone dei ricordi "quella tastiera grigia a cui ci attacchi il registratore e il joystick".Beh,l'emozione nel vedere che tutto era ancora funzionante è stata veramente grande.Ma il massimo della godduria è stato raggiunto quando il datasette ha completato il caricamente di "Joe Beppe".Vi giuro,se si esclude la grafica a 16 colori a pixel grandi 2 cm,questo capolavoro può essere paragonato a "Return To Castle Wolfenstein".La storia è quella classica:il buon soldato americano (Joe Beppe) deve infiltrarsi in una base tedesca per impedire all'esercito dell'Asse di conquistare il mondo.Di classico però non c'è l'interazione con la macchina e con l'ambiente di gioco.Pur mancando di un ambiente 3D vero e proprio (il gioco alla fine si svolge come un comune platform in stile Duke Nukem),l'idea della terza dimensione è reale:non si come gli attacchi tedeschi arrivano anche da dentro lo schermo,da luoghi che non puoi immaginare,che non esistono.O meglio,esistono se ci metti la fantasia.Ecco,è la fantasia quella che conta.Bella cosa.Mi ricordo mio papà quando mi diceva che con i soldatini si facevano le vere e proprio guerre in una cameretta.E io non ci credevo....
Domani,se ho tempo,ho intenzione di postare qualcosa di interessante che riguarda proprio Duke Nukem e compagnia bella...questa volta sul vostro Mac!
Oggi parliamo di console e videogiochi.
Ci si può divertire con un Commodore 64 in tempi di Playstation 3?
C'è chi come me può giurare di sì.Perchè un videogioco sia coinvolgente non conta tanto -o meglio non conta solamente- la parte grafica,quanto piuttosto la trama e l'interazione tra il giocatore e la macchina.
Mi è capitato qualche giorno fa di ritirare fuori dallo scatolone dei ricordi "quella tastiera grigia a cui ci attacchi il registratore e il joystick".Beh,l'emozione nel vedere che tutto era ancora funzionante è stata veramente grande.Ma il massimo della godduria è stato raggiunto quando il datasette ha completato il caricamente di "Joe Beppe".Vi giuro,se si esclude la grafica a 16 colori a pixel grandi 2 cm,questo capolavoro può essere paragonato a "Return To Castle Wolfenstein".La storia è quella classica:il buon soldato americano (Joe Beppe) deve infiltrarsi in una base tedesca per impedire all'esercito dell'Asse di conquistare il mondo.Di classico però non c'è l'interazione con la macchina e con l'ambiente di gioco.Pur mancando di un ambiente 3D vero e proprio (il gioco alla fine si svolge come un comune platform in stile Duke Nukem),l'idea della terza dimensione è reale:non si come gli attacchi tedeschi arrivano anche da dentro lo schermo,da luoghi che non puoi immaginare,che non esistono.O meglio,esistono se ci metti la fantasia.Ecco,è la fantasia quella che conta.Bella cosa.Mi ricordo mio papà quando mi diceva che con i soldatini si facevano le vere e proprio guerre in una cameretta.E io non ci credevo....
Domani,se ho tempo,ho intenzione di postare qualcosa di interessante che riguarda proprio Duke Nukem e compagnia bella...questa volta sul vostro Mac!
1 commenti:
Quanto hai ragione! I vecchi giochi sono qualcosa che non può più esistere. Si, certo ne escono di belli anche adesso, ma quando erano la fantasia e la creatività ad integrare quello che alla macchina mancava ottenevi una giocabilità e un coinvolgimento senza paragoni!
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